UGO PANELLA | I sotterranei dell’umanità

Location: Falegnameria – Casa Briscioli
Incontro con l’autore: Sabato 21 | ore 20,00

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I sotterranei dell’umanità
(proiezione)

I sotterranei dell’umanità è una raccolta di testimonianze che hanno guidato la mia professione di fotogiornalista nel corso di vari lustri e che hanno un comune denominatore di vite vissute tra conflitti civili e zone oscure che non hanno una voce nè visibilità mediatica. Sono immagini estrapolate da altrettanti reportages realizzati per magazines italiani ed esteri, situazioni di vita ed incontri umani, frazioni di esistenze di popolazioni che subiscono l’arroganza del potere e che sono spogliate di ogni diritto dagli interessi economici e geopolitici di chi decide le sorti del mondo. L’Afghanistan… e un conflitto che dura dal 1979 e sempre piùancora virulento… I disperati che vivono ai margini dei binari della ferrovia di Kolkata… Gli amputati della Sierra Leone vittime di una guerra per il possesso delle miniere di diamanti… Le ragazze sfigurate dall’acido solforico in Bangladesh, puniteper un rifiuto ad un uomo… I bambini ucraini partoriti da madri contaminate dalle radiazioni sprigionate dallo scoppio della centrale nucleare di Chernobyl, e vittime loro stessi di patologie tumorali… La storia di Padre Alex Zanotelli che ha vissuto per 15 anni ai margini di una discarica di Gorokocho, a Nairobi, per un apostolato laico in aiuto ai 10mila disperati che vivono in baracche improvvisate. Questi alcuni temi che ho a lungo seguito, vedendo da vicino la desolazione, la povertà, le malattie ma dove non è mai mancata la forza morale di un riscatto e la dignità. Non uso ciò che accade nel mondo per parlare di fotografia, al contrario, uso la fotografia per testimoniare ciò che accade nel mondo. Credo nella fotografia d’impegno perché non è soltanto immagine ma è soprattutto la coscienza di ciò che siamo, in un tempo nel quale si tende ad addormentare i cervelli a favore di un pensiero comune senza più neppure l’intenzione di uno spirito critico. Per questo desidero che le mie immagini arrivino senza filtri né invenzioni tecnologiche. Spero che riescano a suscitare pensieri, dubbi e domande… E risposte.

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UGO PANELLA. Inizia la carriera di fotogiornalista documentando i conflitti in Centro America alla fine degli anni ’70. In particolare, la guerra civile in Nicaragua e più ntardi, quella in Salvador. In questo Paese ha realizzato un reportage in collaborazione con UNCHR ( alto Commissariato per i Rifugiati) sugli atti di pace e la deposizione delle armi da parte del gruppo guerrigliero “Farabundo Martì“ alla fine degli anni ’80. Atti che potevano fine ad un decennio di massacri.La passione per la fotografia di denuncia e impegno civile, lo ha portato invari luoghi del mondo dove la vita quotidiana è fatta di violenza e dove la dignità umana non ha valore.In Bangladesh ha documentato la fatica di migliaia di uomini che nel porto di Chittagong, smantellano navi cargo a due dollari al giorno, in condizioni di lavoro difficili. In Egitto, al Cairo, la vita in un cimitero abitato da un milione di senzatetto che hanno fatto delle tombe la loro dimora.Sempre in Bangladesh, in collaborazione con l’inviata esteri di Repubblica Renata Pisu, ha realizzato un lungo reportage sulla condizione di migliaia di ragazze sfigurate dall’acido solforico perché rifiutano le “avances” di uomini violenti. Questo lavoro è stato pubblicato dalle maggiori testate internazionali ed ha costretto il governo di quella nazione a cambiare le leggi, introducendo la pena dei morte per chi si rende responsabile di un simile delitto.Il suo lavoro lo ha portato in Albania, centro e sud America,India, Sri Lanka, Filippine, Oman, Cipro, Palestina, Somalia, Etiopia, Sud Africa, Iraq, Afghanistan, Ucraina, Sierra Leone.In Italia ha realizzato un lungo lavoro nell’Istituto Papa Giovanni XXIII°di Serra d’Aiello, in (Calabria). Un istituto psichiatrico dove centinaia di persone vivevano in condizioni di abbandono. Questo reportage è diventato unprogetto tradotto in un libro fotografico “In direzione opstinata e contraria” e in una mostra itinerante.Con Soleterre Onlus ha realizzato un lungo reportage sui tumori infantili derivanti da disastri ambientali, lavorando soprattutto in Ukraina ma anche in Marocco, Salvador e Guatemala. Da molti anni documenta in Afghanistan i progetti di microcredito della Fondazione Pangea Onlus mentre il suo ultimo lavoro è dedicato ai flussi migratori in Africa, in modo particolare in Mali, Nigeria, Gambia e Senegal. Nel 2009 ha vinto il premio Eugenio Montale per il fotogiornalismo.